E’ uno dei posti che ho più sognato di visitare al mondo. Per questo temevo che le aspettative, così alte, potessero deludermi. Ma Istanbul non è una città come tante altre, che può piacere più o meno. E’ un posto straordinario, eclettico, contraddittorio, che in modo unico coniuga il fascino ipnotico della sua millenaria storia con la modernità, la tradizione con l’avanguardia. Istanbul è una metropoli enorme ma ricca di anima, che ti accoglie con la sua gente gentile. E’ un luogo che indossa sempre un velo di malinconia ma non si lascia ingabbiare da pregiudizi banali.
SULTANAHAMET
La mia visita della città è iniziata da Sultanahamet, la zona senz’altro più turistica di Istanbul, quartiere storico dove si concentrano alcune delle più importanti attrazioni della città, assolutamente imperdibili.
La Moschea Blu (Sultanahmet camii)
È forse la più famosa e visitata moschea di Istanbul, costruita nel XVII secolo perché diventasse il più importante luogo di culto dell’impero ottomano. Il suo nome deriva dalle migliaia di piastrelle in ceramica turchese che decorano le pareti e la cupola della moschea, uno spettacolo assolutamente straordinario. Le donne che visitano per la prima volta un luogo di culto islamico ricordino di coprirsi i capelli con un foulard o un copricapo se vogliono entrare a godere di questa meraviglia.
Per chi non l’abbia mai sentito, sarà affascinante fermarsi ad ascoltare il canto dei muezzin che proviene dai minareti di questa moschea.
Santa Sofia (Haghia Sophia)
Situata di fronte alla Moschea blu, è una delle opere più splendide al mondo. Nasce come basilica latina, viene poi convertita in moschea e oggi è di nuovo basilica (infatti non ci si entra scalzi, né ci si copre il capo per visitarla). La sua straordinaria bellezza è arricchita dai mosaici e dagli 8 grandi medaglioni in nero e oro ai lati della enorme cupola.
La Cisterna basilica
È forse il luogo di Sultanahmet che più mi ha stregato. Si tratta della più grande cisterna sotterranea conservata ad Istanbul, costruita dall’imperatore Giustiniano nel 532. Una volta scesi, si rimane senza fiato davanti a questo luogo magico: l’acqua scorre tra numerose file di colonne con capitelli ionici e corinzi mentre alcune enormi teste di gorgone sembrano pietrificarti al solo sguardo, come nel mito antico. Nessuna foto potrebbe mai rendere giustizia a tanta bellezza.
Il Gran Bazar
Luogo arcinoto, è uno dei più antichi e grandi bazar del mondo. Sarà emozionante perdersi tra i colori e gli odori dei suoi negozi e delle sue numerose botteghe anche solo per poter dire: ci sono stato!
Il Palazzo Topkapi
Un tempo residenza del sultano ottomano, è un edificio che racchiude tesori da capogiro tra i più ricchi e importanti al mondo. Meta imprescindibile se si visita Istanbul.
IL QUARTIERE DI EMINONU
Spostandosi verso Eminonu, la zona che si affaccia sul Corno d’oro, Istanbul offre nuove meraviglie dell’arte musulmana come la New Mosque (Yeni cami) e la Rustem Pasha, moschea piccola e meno nota che secondo me è un gioiellino imperdibile.
Proprio lì accanto si svolge il famoso mercato all’aperto delle spezie, il Bazar egiziano, affollatissimo ma assolutamente caratteristico.
Ma Eminonu è soprattutto la zona del porto: un must è gustare un economico panino di pesce (balik ekmek) comprato dalle imbarcazioni ormeggiate sul molo a ridosso del ponte di Galata. Il massimo è trattenersi qui al tramonto, quando il cielo tinto di rosso fa apparire ancora più straordinaria la vista sul Corno d’oro e dall’altra parte della città sulla torre di Galata. Si starebbe ore a contemplare questa meraviglia.
Proprio dal porto di Eminonu è possibile prendere un traghetto per fare una crociera sul Bosforo, un’esperienza di qualche ora che lascia emozioni e suggestioni pazzesche.
IL QUARTIERE ALLA MODA: BEYOGLU
Attraversato il ponte di Galata si lasciano alle spalle le moschee e si arriva a Beyoglu, la parte più moderna ed europea della città, una zona vivace e affascinante dove consiglio di alloggiare durante la vostra visita ad Istanbul per poter godere della movimentata vita notturna della città.
Beyoglu è il quartiere dove si respira la Belle Epoque per via delle ambasciate europee che si stabilirono qui nel XIX secolo portando anche il loro stile di vita.
Superata la meravigliosa Torre di Galata, costruita nel Medioevo dai genovesi, ci si può avviare a piedi verso Beyoglu attraversando la strada principale, Istiklal Caddesi, dove passa l’iconico vecchio tram rosso. Questa via porta fino a piazza Taksim, cuore commerciale di Istanbul.
Se si vuole godere di tutto il fascino del quartiere bisogna perdersi tra i suoi vicoli e le sue meravigliose strade secondarie che pullulano di ristoranti, bellissimi negozi e caratteristici bar. Uno di quelli che più mi ha colpito è il “Cafè 1453” al cui esterno, in un bellissimo cortiletto, i giovani si siedono a giocare al tradizionale gioco da tavola backgammon, sorseggiando caffè turco.
Beyoglu è anche nota per i suoi passages ottocenteschi: incantevoli gallerie art noveau tra i palazzi, come l’Atlas passage o il Flower passage.
Ma come dicevo questo quartiere è anche divertimento e vita notturna grazie ai numerosi e affollatissimi locali presenti, dimostrazione del fatto che Istanbul è una città moderna che sa davvero come si fa festa.
Se volete passare una bella serata e al contempo godere di una vista mozzafiato sul Corno d’oro da un lato e sul Bosforo dall’altro, vi suggerisco due bar con i più famosi rooftop della zona: il celebre “360 Istanbul” e il “Leb-i Derya”: da lassù questa città vi sembrerà ancora più straordinaria!
I QUARTIERI FUORI DAL TEMPO: FENER E BALAT
Si tratta di una zona della città ingiustamente sottovalutata e poco frequentata dai turisti, malgrado centralissima. Ma forse è anche questo che continua a farle conservare intatto il suo fascino e la sua autenticità.
Il labirintico Fener è lo storico quartiere greco. Qui si alternano case diroccate coloratissime e fatiscenti ad altre meravigliosamente restaurate.
Sulla collina di Fener svettano la splendida Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, il Rum Lisesi, il Liceo Greco Ortodosso (caratteristico edificio in mattoncini rossi), e il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.
Balat, proprio attaccato a Fener, è lo storico quartiere ebraico. Anche qui il degrado e lo splendore si mescolano tra case fatiscenti e variopinte che sembrano finte nella loro poeticità mentre i gatti sembrano gli unici abitanti di questi luoghi semideserti.
C’è però una cosa in particolare che colpisce chi visita Balat: nel mesto silenzio di questi vicoli spiccano gli occhioni dei bimbi che sorridono di gratitudine e curiosità ai pochi turisti che arrivano qui, li salutano e si mettono in posa per farsi fare una fotografia. È capitato anche a me di essere “assalita” da questa genuinità d’altri tempi e ho trovato la cosa molto emozionante.
Passeggiare tra le strade di Fener e Balat è un’esperienza surreale, un delizioso salto indietro nel tempo: stenterete a credere che sia tutto vero e penserete di essere finiti su un set cinematografico.